Posts written by Pinturicchio03

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    C'è un po' di domanda in questo disagio...
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    Ciao a tutti... andando in giro per youtube mi sono imbattuto in questa canzone... sinceramente mi è piaciuta molto e volevo farla sentire pure a voi ^_^

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    PARAFRASI:
    Napoleone è morto. Come il suo corpo è immobile dopo aver esalato l'ultimo respiro, così è immobile ed attonita tutta la terra alla notizia della morte di un uomo così potente e resta muta, pensando all'ultima ora dell'uomo che è stato così importante e non sa quando nascerà un altro uomo di tale calibro e che ha sparso tanto sangueIl mio genio poetico (cioè io stesso) lo ha visto folgorante, vincitore ed in auge, ma ha taciuto e così ha continuato a tacere anche quando, con alterne è caduto ad è ritornato potente e non ha unito la sua voce a quella di altri poeti che lo osannavano o lo condannavano.Così Manzoni dice che il suo spirito poetico pulito e limpido sia da servili lodi, che da vigliacchi oltraggi e solo ora, commosso per la repentina morte, scrive un'ode su quest' uomo così importante che forse resisterà nel tempo.Ricorda le rapidissime campagne di Napoleone, come un fulmine, che coinvolsero tutta l'Europa fino all'Egitto, dall'uno all'altro mare.Fu vera gloria? Lasciamo ai posteri la difficile sentenza, mentre noi chiniamo il capo al divino valore che volle in Napoleone, dar un segno più grande del suo sfinito creatore.La tempestosa e trepida gloria di un grandissimo disegno, l'ansia di un cuore che serve impaziente pensando di divenire re e poi vi giunge e ottiene un premio che sarebbe stato una follia sperare.Egli provò tutto: la più grande gloria dopo il pericolo la fuga e la vittoria; provò ad essere re e anche l'esilio fu due volte sconfitto nella polvere e due volte vincitore.Egli si diede nome: due secoli così diversi tra loro si rivolsero a lui docili, come aspettando il loro destino; egli fece silenzio e si sedette tra loro come arbitro.Nonostante tanta grandezza, improvvisamente scomparve e finì la sua vita in ozio, prigioniero in una piccola isola ed egli suscita ancora grande invidia e profonda pietà, grande odio e grande amore.Come sul capo del naufragio si rovescia e pesa l'onda dove poco prima scorreva la vista del naufragio a cercare terre lontane, così sull'anima di Napoleone è sceso il peso delle memorie.Oh , quante volte ha iniziato a scrivere le sue memorie! E quante volte su quelle pagine cadde la sua stanca mano! Quante volte al tramonto stette con gli occhi bassi e le braccia conserte e lo assalì la malinconia e il ricordo del passato!E allora ripensò agli accampamenti sempre spostati da un posto all'altro, alle trincee, lo scintillare delle armi e l'avanzare della cavalleria e i suoi secchi comandi e come questi venivano soddisfatti rapidamente.Ah, forse a tanto dolore cadde il suo spirito e si disperò, ma valido venne l'aiuto di Dio, che lo trasportò pietroso in un'aria più respirabile.E lo guidò per i floridi sentieri delle speranze verso i campi eterni, lo guidò verso la beatitudine eterna, che supera qualunque desiderio umano, lo guidò verso quel luogo dove la gloria terrena non vale nulla.Bella, immortale, benefica fede, così solita a trionfare.Scrivi anche questo tuo trionfo, rallegrati perché nessuna personalità più grande si è mai chinata davanti alla croce.Tu, o fede, allontana dalle stanche spoglie di quest'uomo ogni parola malvagia: il Dio che può tutto, che ci dà i dolori e ci consola si è posato accanto a lui, per consolarlo nel momento della sua morte.

    TESTO:
    Ei fu. Siccome immobile,
    dato il mortal sospiro,
    stette la spoglia immemore
    orba di tanto spiro,
    5 così percossa, attonita
    la terra al nunzio sta,

    muta pensando all'ultima
    ora dell'uom fatale;
    né sa quando una simile

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    orma di pie' mortale
    la sua cruenta polvere
    a calpestar verrà.

    Lui folgorante in solio
    vide il mio genio e tacque;

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    quando, con vece assidua,
    cadde, risorse e giacque,
    di mille voci al sònito
    mista la sua non ha:

    vergin di servo encomio

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    e di codardo oltraggio,
    sorge or commosso al sùbito
    sparir di tanto raggio;
    e scioglie all'urna un cantico
    che forse non morrà.

    25

    Dall'Alpi alle Piramidi,
    dal Manzanarre al Reno,
    di quel securo il fulmine
    tenea dietro al baleno;
    scoppiò da Scilla al Tanai,

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    dall'uno all'altro mar.

    Fu vera gloria? Ai posteri
    l'ardua sentenza: nui
    chiniam la fronte al Massimo
    Fattor, che volle in lui

    35
    del creator suo spirito
    più vasta orma stampar.

    La procellosa e trepida
    gioia d'un gran disegno,
    l'ansia d'un cor che indocile

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    serve, pensando al regno;
    e il giunge, e tiene un premio
    ch'era follia sperar;

    tutto ei provò: la gloria
    maggior dopo il periglio,

    45
    la fuga e la vittoria,
    la reggia e il tristo esiglio;
    due volte nella polvere,
    due volte sull'altar.

    Ei si nomò: due secoli,

    50
    l'un contro l'altro armato,
    sommessi a lui si volsero,
    come aspettando il fato;
    ei fe' silenzio, ed arbitro
    s'assise in mezzo a lor.

    55

    E sparve, e i dì nell'ozio
    chiuse in sì breve sponda,
    segno d'immensa invidia
    e di pietà profonda,
    d'inestinguibil odio

    60
    e d'indomato amor.

    Come sul capo al naufrago
    l'onda s'avvolve e pesa,
    l'onda su cui del misero,
    alta pur dianzi e tesa,

    65
    scorrea la vista a scernere
    prode remote invan;

    tal su quell'alma il cumulo
    delle memorie scese.
    Oh quante volte ai posteri

    70
    narrar se stesso imprese,
    e sull'eterne pagine
    cadde la stanca man!

    Oh quante volte, al tacito
    morir d'un giorno inerte,

    75
    chinati i rai fulminei,
    le braccia al sen conserte,
    stette, e dei dì che furono
    l'assalse il sovvenir!

    E ripensò le mobili

    80
    tende, e i percossi valli,
    e il lampo de' manipoli,
    e l'onda dei cavalli,
    e il concitato imperio
    e il celere ubbidir.

    85

    Ahi! forse a tanto strazio
    cadde lo spirto anelo,
    e disperò; ma valida
    venne una man dal cielo,
    e in più spirabil aere

    90
    pietosa il trasportò;

    e l'avv�ò, pei floridi
    sentier della speranza,
    ai campi eterni, al premio
    che i desideri avanza,

    95
    dov'è silenzio e tenebre
    la gloria che passò.

    Bella Immortal! benefica
    Fede ai tr�onfi avvezza!
    Scrivi ancor questo, allegrati;

    100
    ché più superba altezza
    al disonor del Gòlgota
    giammai non si chinò.

    Tu dalle stanche ceneri
    sperdi ogni ria parola:

    105
    il Dio che atterra e suscita,
    che affanna e che consola,
    sulla deserta coltrice
    accanto a lui posò.
3 replies since 22/9/2020
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